29.3.12

La normalità del signor X



Come tutte le mattine era uscito di casa con la inossidabile convinzione che presto o tardi avrebbe certamente stupito il mondo; come tutte le mattine aveva percorso via Calini fino all'interminabile viale alberato all'incrocio con via Ciotti e si era accomodato su un'anonima panchina di legno dando le spalle ai grigi palazzoni antichi che facevano da cornice al suo mondo incantato.

Aveva adocchiato un vecchio mendicante intento a raggirare la sua piccola platea di compratori insonnoliti; poi l'aveva scorto afferrare il suo sacco e metterselo in spalla lasciandolo ricadere sulla schiena in modo quasi teatrale.
Il signor X si era chiesto cosa potesse contenere, e l'aveva immaginato pieno di sogni e di speranze.
" A lui è andata male! ", si era detto.
Poi era scattato in piedi quando aveva scorto l'autobus svoltare all'angolo della strada. Dopo un minuto si era ritrovato ad ammirare il panorama da un anonimo finestrino; dietro di sé la vita che scorreva, davanti...la sua normalità....  

" L'unicità di M. "

Come tutte le mattine era uscita di casa con la inossidabile certezza che presto o tardi sua madre l'avrebbe cacciata di casa; come tutte le mattine aveva percorso via Calini fino all'interminabile viale alberato all'incrocio con via Ciotti... ( il punto è...che era ancora notte...quindi il viale alberato era molto relativo...). 
Si era accomodata su un'anonima panchina di legno sulla quale spiccava un foglio di carta con su scritto " VERNICE FRESCA" dando le spalle alle famose stalle papali dalle quali si librava il celestiale tanfo di vacca. 
Aveva adocchiato il fornaio intento a infornare pane e dolcetti; poi l'aveva scorto allontanarsi afferrando un sacco pieno di prelibatezze.
Martina si era chiesta cosa potesse contenere, e l'aveva immaginato pieno di cornetti farciti caldi fumanti.
" A lui è andata bene", si era detta.
Poi era scattata in piedi quando aveva scorto l'autobus svoltare all'angolo della strada. Dopo un minuto si era ritrovata ad ammirare il panorama da un anonimo finestrino chiedendosi se per caso non avesse sbagliato direzione...
" Mah...quel che sarà, sarà...", si era detta...


Pancakes integrali di zucchine e aneto



Ingredienti (per una decina):

100 g di farina integrale (Molino Chiavazza)
50 ml di latte
2 uova
4 zucchine (delle quali userete solo 2)
4 fette di prosciutto di Praga
un pezzo di provolone piccante
aneto e uno spicchio d'aglio
sale affumicato (Gemma di mare)
olio evo (Dante)
pepe bianco




Mettete in una padella a rosolare con un goccio d'olio e uno spicchio d'aglio, le zucchine grattugiate precedentemente. Lasciate cuocere per qualche minuto fino a quando non si appassiscono (aggiungete all'occorrenza un bicchiere d'acqua).Intanto in una ciotola mescolate la farina, il formaggio grattugiato, il prosciutto a pezzi piccoli, aneto, sale e pepe. A parte mescolate le uova con il latte e aggiungetele al composto con la farina. mescolate per bene e infine unite anche le zucchine (tiepide).
In una padella antiaderente mettete a scaldare un goccio di olio d'oliva e aggiungete l'impasto con un cucchiaio, formando delle piccole piadine. Cuocete bene fino all'esaurimento dell'impasto.



Io gli ho serviti con un formaggio francese di quelli introvabili, che costano un occhio della testa...
il formaggino! Leggermente sciolto e con un po' d'aneto ;)



L'abbinamento con il vino cuveé rosé brut della collezione Desiderio Jeio, secondo me è ottimo. 
Questo vino nasce da uve Merlot e Pinot nero e grazie ad una lunga tradizione della famiglia Bisol, storica famiglia del Prosecco, ha creato una gamma di vini d'eccellenza.
Mi ha colpito al primo impatto il suo splendido colore rosato che non ha deluso le mie aspettative all'assaggio: profumato, delicato e davvero piacevole.




Mi scuso per la mia assenza in questi giorni ma cercherò di rimediare al più presto!
Vi ringrazio però per l'affetto che mi dimostrate e vi leggo sempre, anche se non riesco così spesso a commentare :)
Se non l'avete ancora fatto andate a dare un occhiata al vincitore del Guest blog di Aprile!!! ;)

Un bacio,


21.3.12

M'ama, non m'ama


E’ arrivata la primavera e insieme ad essa si ripropongono come in un “eterno ritorno” tutte le consuetudini e le convenzioni che necessariamente fanno da cornice alla nostra vita...

No, aspettate un attimo...Ricominciamo dall’inizio; troppo esistenziale per i miei gusti.
Allora...ah, sì...Un giorno di primavera di qualche anno fa conobbi colui che avrebbe cambiato per sempre la mia vita... Oddio...no, non ci siamo...Martina CALMATI...
Riprovo...abbiate pazienza.
Dunque...Senza ombra di dubbio la primavera è la mia stagione preferita.
Certamente vi starete scuoiando le mani per conoscerne il motivo! Facile: d’estate fa troppo caldo; d’autunno è troppo piovoso; d’inverno fa troppo freddo!
No, no ragazze...non ci siamo; sembra un tema dato alle scuole elementari...
Ancora...
Quando le “graziose” margheritine fanno capolino dal sottosuolo, le farfalle svolazzano allegramente e l’aria è imperniata di quei dolci profumi rigeneranti, allora...
ALTER EGO:  “Le margheritine? Io ho visto solo violette! E ti raccomando di annusarle per bene! Le farfalle? Guarda che quella era una cavalletta!Hai visto che cosce? Sembrano braciole! I profumi nell’aria? E’ evidente che non sei allergica al polline, tu!!!”
Ok, mi arrendo! Se ci si mette pure l’alter ego allora non c’è davvero modo di spuntarla per oggi...
Benvenuta primavera!


Ingredienti:

4 uova
200 g di burro morbido
200 g di zucchero a velo
   100 g di farina 00
   100 g di fecola di patate (Molino Chiavazza)
   la scorza grattugiata di un arancia bio (o polvere d'arancia)*
   1 cucchiaino di lievito vanigliato


  Montate molto bene (quindi con moolta pazienza) il burro (cremoso ma non sciolto) con lo zucchero a velo, con una frusta a mano. A parte, sbattete le uova (di cui 2 intere e 2 tuorli) con una forchetta e piano piano aggiungetele al burro montato, un po' alla volta, il successivo dopo il completo assorbimento del cucchiaio d' uovo precedente. Aggiungere infine le farine setacciate, il lievito e la scorza dell'arancia ed incorporarle molto delicatamente con l’aiuto di una spatola. Versare l’impasto in una teglia da 20 cm di diametro, imburrata ed infarinata, e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 50 minuti circa.



* Polvere d'arancia


 
  
   Lavare ed asciugare le arance (biologiche mi raccomando), prelevarne la buccia aiutandosi con un pelapatate, oppure aiutandosi con una grattugia. 
   Essiccarle mettendole sopra un termosifone, o in forno (facendo attenzione a non bruciarle e poi utilizzando un mortaio pestarle fino ad ottenere una polvere finissima. 
   Conservare la polvere chiusa in un barattolo ermetico, di vetro.


Non vi preoccupatevi, la primavera non fa questi "brutti scherzi" in genere, il periodo degli esami, invece si ;)


Un bacione



15.3.12

Arance alla riscossa


Un bel giorno Babbo (si proprio lui) se ne torna a casa con una cesta enorme piena di arance.
La poggia sul tavolino della cucina con una "vaghissima" espressione di trionfo e gratificazione negli occhi.
- Le mie arance!!- esclama orgoglioso. 
E via ad un interminabile sproloquio circa la "grandezza", la "bellezza", l' "efficienza" di quell'albero incredibile che sorge chissà dove ( perché io non l'ho ancora capito...) e che produce arance in quantità industriale.
Ma...è solo il tempo di uno sfogo...dovevo immaginarlo. Mi cade subito in depressione e si accomoda su una sedia accanto a me...mi guarda dritta negli occhi e domanda: - E ora che ci facciamo?
E' già!!!! Che ci facciamo con le arance di Babbo????
Ora, dato che: 

1) non siamo grandi mangiatori di frutta;
2) non possediamo sufficiente volontà e continuità per utilizzare lo spremi agrumi ogni volta che abbiamo voglia di una "spremutina";
3...mi andava di fare così...

ho deciso ( con un ambiguo consenso silenzioso ma unanime...) di trasformare quelle belle arance in qualcosa di sfizioso e "comodo" da gustare. 
Ecco allora che vi presento un insieme di ideucce.
Poiché le arance sono biologiche, ho cercato di utilizzarle al meglio e quindi proprio tutte, comprese le bucce ;)
Parliamo quindi di conserve e in particolare della marmellata e della gelatina.
La marmellata è stata ricavata dagli spicchi di arance intere più le scorzette, mentre la gelatina solo dal succo delle arance.
Una cosa importante prima di iniziare è quella di sterilizzare bene i barattoli dove andrete ad inserire le vostre conserve, e la preparazione dei barattoli è importante. Io di solito tengo i barattoli in forno per mezz'ora a 100°, o comunque i barattoli  prima di essere riempiti, i vasi vanno puliti con la massima cura, lavati con acqua bollente e asciugati, mentre sono ancora caldi, in modo che all’interno non resti la minima traccia di umidità.


Marmellata di arance



Ingredienti:

1.5 kg di arance biologiche
1 kg di zucchero semolato
il succo di 1 limone
2 cucchiai di whisky (io l'ho omesso)


Lavate e asciugate bene le vostre arance e con un pelapatate togliete la buccia senza prendere la parte bianca, ricavate piccole scorzette che taglierete a pezzettini e che poi andrete a inserire in un barattolo a chiusura ermetica pulito e in frigo.
Con una forchetta bucherellate la superficie delle arance che metterete in un recipiente bello grande immerse in acqua fredda per due giorni.
Togliete alle arance la parte bianca, tagliatele a spicchi e poi in pezzi sottili, togliendo i semi.
 Portate a bollore e cuocete per una mezz’ora in modo che evapori anche un pò del liquido della frutta, poi aggiungete le scorzette (io non tutte) e riportate a bollore.
A questo punto aggiungete lo zucchero  molto delicatamente, continuando a mescolare con un cucchiaio di legno. Da quando ricomincia il bollore contate circa un’ora di cottura a fuoco moderato.
Fate la prova del piattino, se risulta,  aggiungete il succo del limone (qualche goccia in più se vi risulta troppo poco consistente ) e il whisky. 
Togliete dal fuoco e invasate nei barattoli che capovolgerete per 5 minuti.
Ricordo che i barattoli vanno prima sterilizzati accuratamente.


Ovviamente si può seguire una procedura molto più veloce acquistando della pectina, quella che ho usato per la gelatina di arance.

Gelatina di arance



Ingredienti:

2 l di succo di arance
1 kg di zucchero semolato
2 buste di pectina 2:1
aroma alla vaniglia bourbon (flavourart)


Spremete le arance, passate quindi il succo attraverso un colino e versarlo in una pentola fonda aggiungendo lo zucchero misto a  pectina e l'aroma preferito. Mescolate per bene e portate ad ebollizione per 5 minuti, mescolando di continuo. Ancora caldo versate la vostra gelatina nei vasetti.
[NOTE]
Per la conservazione di mesi:
Dopo aver chiuso per bene il tappo e mettete i barattoli in una pentola dal fondo spesso e sufficiente per contenere i barattoli in piedi. Separateli da un tovagliolo in stoffa in modo che non sbattano tra di loro quando l’acqua bolle. Portate l’acqua al punto di ebollizione e falla bollire almeno per 20 minuti. Lasciate raffreddare i barattoli nell' acqua.
E con le scorze?
Vari sono i rimedi, però oggi vi propongo...
Scorzette d'arance candite


Ingredienti:

bucce di arance biologiche
acqua
zucchero semolato

Togliere con un pelapatate la parte bianca delle bucce d'arancia, dar loro una forma il più possibile regolare, a filetti non troppo piccoli, e metterli a bagno nell'acqua fredda.
Lasciarle a bagno per tre giorni, cambiando l'acqua almeno un paio di volte al giorno.
Il 3°giorno, scolare le arance dall'acqua e pesarle.
Nel frattempo preparare uno sciroppo, tenuto a fuoco basso, con un quantitativo di zucchero pari a quello delle arance, e metà dell' acqua.
Immergere le arance nello sciroppo fino a quando lo sciroppo non si addensa. A questo punto toglietele con uno scolino e fatele asciugare su una gratella.
Si conservano bene in un barattolo ben chiuso.


Tutta contenta e soddisfatta di aver consumato tutte (o quasi, la mamma ne ha qualcuna in riserbo per le sue famose spremute) le arance, la settimana successiva babbo (si vede Troppo soddisfatto delle marmellate!), è tornato a casa con un sorrisone, dietro al quale celava ben altre 2 casse di arance!!


...ma questa è un'altra (triste) storia.





9.3.12

Giovedì gnocchi!

Si, lo so oggi è venerdì... pocomale ;)
Se avete voglia di un piatto sfizioso, gustoso al palato e bello per gli occhi...vi invito a provare questo.
Gnocchi! Non i soliti gnocchi...vedete qualcosa di diverso?


parliamo di gnocchi di pane!! 
Con la giusta dose di freddezza di spirito e di cinico (nel senso buono del termine) buonismo...potreste addirittura riuscire a non prendere a calci nel sedere il vostro lui.
In che senso? Presto, detto!!!
Perché non prepari gli gnocchi? - domanda lui.
Nemmeno il tempo di voltarmi e guardarlo in faccia...che sento la porta di casa sbattere;
sparito nel nulla assieme a tutta la sua voglia di collaborare!
Vabbé, poco male...tutto sommato l'idea non mi dispiace ma...noooo..le patate dove sono??!
Mmmm... pensa che ti ripensa....
Caso vuole che in dispensa vi sia una buona quantità di pane non propriamente di giornata...e allora....
" Te li preparo IO gli gnocchi!!!", penso.
Lui torna all'ovile ( non che voglia fare una qualche tipo di allusione...) giusto in tempo per sedersi di fronte un bel piatto fumante; occhio famelico e bavetta... 
Inforchetta e porta alla bocca ...
" mmmh", pensa, 
" stranoooo", continua tra sé.
Mastica che ti rimastica comincia a notare qualcosa di diverso...( gli manca sempre un pò di tempismo, poverino...). Allora mi guarda, poi guarda il piatto; mi riguarda e riguarda il piatto.
" Ci siamo...ora dirà qualcosa...", penso.
Macché! Affonda la forchetta e "pesca" quattro gnocchi in un colpo solo. 
Mastica che ti rimastica...comincia a scuotere la testa e a sorridere...
" Ci siamo...ha capito!", mi dico.
Vorrebbe dire qualcosa ma non capisce che deve prima svuotare l'esofago...allora gli faccio un cenno con la mano come a dire..
" tranquillo amore mio...posso attendere un altro secondo per avere la mia legittima gratificazione".... 
E infatti, puntuale come un orologio svizzero...( si dice così, vero?)
- So proprio boni sti cosetti! Se vede che erano bone le patate!
Gli sorrido lo stesso...poverino, non è colpa sua.
- Amore, ti taglio un pò di pane per dopo?...

Gnocchi di pane



Ingredienti:

450 g di pane raffermo (solo la mollica)
2- 3 bicchieri di latte (dipende dalla secchezza del pane)
100 g di speck
80 g di provolone dolce
2 uova
180 g di faina (e qualcosina in più per il piano di lavoro)
burro e sale (io appena macinato di gemma di mare)
basilico fresco
grok ai cereali


Soffriggete lo speck tagliato a cubetti fini in un goccio d'olio. Ammollate in una ciotola il pane con il latte, aggiungere lo speck, il formaggio grattugiato, le uova la farina e impastare per bene il tutto. Formare delle palline, aiutandovi con poca farina (mi raccomando poca!! i gnocchi sennò vi diventeranno biglie) e delle strisce lunghe dalle quali ricaverete delle palline.


Portate a bollore l'acqua salata e immergete gli gnocchi, quando salgono a galla sono pronti.
Sono buoni anche così, ma se volete quel tocco in più, rosolate in una padella il burro con il basilico e aggiungete gli gnocchi cotti prima e lasciateli rosolare.
Servite caldi con il basilico fresco e i grok sbriciolati, che ci stanno benissimo.
Da provare...a me sembra un ottimo modo per smaltire del pane vecchio!


Buon fine settimana :)



5.3.12

Chi fa da sé...

Devo delle scuse ad una persona. 
Dopo averlo fatto in privato, approfitto del mio blog per farlo anche pubblicamente...mi sembra il minimo.

Quando sei responsabile, a metà, di un certo “evento”, e per qualche motivo, alla fine, ti ritrovi a delegare tutta la gestione dell’evento stesso alla metà che non sei tu...in ogni caso rimani responsabile di eventuali “pasticci” ...o “pacchi”...per rimanere in tema. Ora: non è mia intenzione scendere nei dettagli o cadere nel melodramma. Per carità, qui nessuno ha fatto del male a chicchessia...diciamo che si è trattato di uno di quegli episodi... “antipatici”, “fastidiosi”, quegli episodi che ti fanno venir fuori il sorrisetto ironico e ti fanno scuotere la testa; quegli episodi che (io la vedo così almeno...) tendono a sminuire e ridimensionare uno sforzo che, pur rilegato al campo della passione, rimane comunque fonte di gratificazione personale.
Ecco...mi scuso con Anastasia ( e sia chiaro, solo a titolo personale...) per la legittima delusione che ha dovuto provare al momento di aprire il pacco regalo inviatole.
Non mi è sembrato opportuno provvedere personalmente all’ invio di un altro regalo, se non altro perché sarebbe stato non solo ingiusto nei confronti degli altri vincitori, ma credo, sarebbe potuto risultare un “precedente” per giustificare qualche futura e intollerabile “operazione sotterranea” che non vogliamo tollerare perché niente avrebbe a che fare con la nostra comune passione.
Allora non posso far altro che rinnovare le mie scuse lei, sperando che il mio attestato di sincera stima possa per lo meno pareggiare la delusione derivante dal brutto episodio accaduto. 
Ho trovato in lei una vera amica blogger, una di quelle persone che non ti mandano email solo per convenienza o secondi fini (e credetemi ce ne sono purtroppo!) ma che si interessa di te e di ciò che ti circonda e di questo ne sono davvero felice.

La torta che vi presento oggi è stata fatta per il compleanno del babbo. Una semplice crostata che però ci ha stupito per il suo delizioso gusto.
Crostata al cioccolato bianco e frutti di bosco



Ingredienti
la pasta frolla:
225 g di farina 00 (io Molino chiavazza)
50 g di zucchero a velo
125g di burro freddo
1 tuorlo grosso
sale

crema pasticcera al cioccolato bianco:
250 ml di latte
aroma alla vaniglia classica (FlavourArt)
2 tuorli grossi
50 g di zucchero
2 cucchiai di maizena
100 g di cioccolato bianco

250 g di frutti di bosco
e panna montata


Mescolate la farina, lo zucchero a velo e il sale in una terrina. Incorporate il burro a pezzetti e mescolate con le mani fino ad ottenere un composto granuloso. Unite il tuorlo e mescolate velocemente per formare una pasta dura, unite acqua ghiacciata a sufficienza per formare una pasta liscia. Formate un rotolo e avvolgetela nella pellicola trasparente per poi lasciarla in frigo per 30 minuti.
Preriscaldate il forno a 180°.
Imburrate uno stampo da crostata (il mio era 24 cm di diametro).
Stendete la pasta e trasferitela nella tortiera, ponetela in frigo per altri 30 minuti.
Poi ricopritela con carta forno che riempirete di fagioli secchi e infornatela per 15 minuti.
Toglietela dal forno e lasciatela raffreddare.



Preparate la crema portando a ebollizione il latte con l'aroma di vaniglia facendolo sobbollire per qualche minuto, poi filtratelo.
Intanto amalgamate i tuorli con lo zucchero e la maizena, incorporate gradualmente il latte caldo, mescolate con un cucchiaio di legno e ponetela sul fuoco basso per farla addensare. Togliete dal fuoco e unite il cioccolato bianco.




Versatela quindi intiepidita sulla base della torta, distribuiteci qualche frutto di bosco (che avrete fatto prima scongelare, se surgelati) e fate cuocere in fono per altri 10 minuti.
Mi raccomando non buttate gli albumi, che possono essere tranquillamente congelati!
Lasciate freddare la torta e cospargete dei frutti di bosco rimasti e decorate con panna montata prima di servire.


Vi auguro una buona settimana a tutti voi e anche a lei che è in vacanza!